“RESTO AL SUD” AGEVOLAZIONI FINO A 55 ANNI

Dopo il restyling operato con il decreto Rilancio, la Manovra 2021 ha portato a 55 anni il limite di età per accedere a Resto al Sud.

Finanziamenti e contributi a fondo perduto potranno quindi sostenere nuovi progetti di autoimprenditorialità, dalle iniziative di workers buyout alle imprese femminili avviate da donne che, dopo aver messo da parte la dimensione lavorativa per esigenze familiari, sono pronte a rimettersi in gioco.

Con l’innalzamento del limite di età da 45 a 55 anni, Resto al Sud va oltre la vocazione originaria di strumento a supporto dell’autoimprenditorialità giovanile e si propone come una vera e propria misura anticrisi, accessibile anche ad una delle categorie più danneggiate dalla crisi del Covid-19: i cinquantenni che hanno perso il posto di lavoro, o rischiano di perderlo nei prossimi mesi, e che per l’età avanzata incontrano maggiori ostacoli nella ricerca di un nuovo impiego.

Tramite Resto al Sud, spiega Invitalia, le lavoratrici e i lavoratori in difficoltà potranno reinvestire le esperienze e le competenze che hanno maturato nel corso della loro vita professionale in progetti di impresa di qualità.

Per lo strumento agevolativo si aprono infatti nuovi scenari di intervento: dalle imprese rigenerate delle iniziative di workers buyout, cioè i progetti che vedono gli ex dipendenti di un’azienda associarsi per creare una nuova impresa a partire da quella entrata in crisi, alle imprese femminili avviate da donne che si riappropriano della dimensione lavorativa dopo averla messa da parte per esigenze familiari.

E ancora, dalle nuove attività imprenditoriali avviate da ex dirigenti in esubero ma ancora lontani dal maturare i requisiti per il pensionamento, alle realtà incentrate sullo scambio inter-generazionale, che si basano sulle competenze di chi conosce il mestiere e della spinta innovativa dei giovani che vogliono apprenderlo e svilupparlo.

 Resto al Sud 2021, a quanto ammonta e cosa finanzia

Il finanziamento Resto al Sud è destinato:

  • alle attività produttive nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura;
  • alla fornitura di servizi alle imprese e alle persone turismo;
  • all’attività libero professionali, in forma individuale e societaria.

Non rientrano tra le attività finanziabili le iniziative agricole e il commercio.

Con riferimento alle iniziative ammesse, Resto al Sud copre il 100% delle spese, a fronte di un finanziamento massimo di 50.000 euro per ciascun richiedente, con un tetto massimo di 200.000 euro.

In totale, dunque, il finanziamento erogato dalla misura può arrivare fino a 200mila euro, nel caso di società composte da quattro soci che tra di loro non abbiano rapporti di parentela fino al quarto grado

L’incentivo Resto al Sud, per le sole imprese esercitate in forma individuale e con un solo soggetto proponente, prevede un finanziamento massimo pari a 60.000 euro (prima del 19 luglio 2020 il tetto massimo era di 50.000).

Il Decreto Rilancio ha previsto che le imprese che già hanno ottenuto il finanziamento con Resto al Sud possono ottenere, al completamento del loro progetto, un ulteriore contributo a fondo perduto:

  • di 15.000 euro per le ditte individuali e le attività professionali svolte in forma individuale;
  • di 10.000 euro per ciascun socio, fino a un massimo di 40.000 euro, per le società

Anche quest’ultima è una delle novità introdotte in sede di conversione del decreto Rilancio, e si applica quindi dal 19 luglio 2020.

Il finanziamento Resto al Sud è destinato:

  • alle attività produttive nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura;
  • alla fornitura di servizi alle imprese e alle persone turismo;
  • all’attività libero professionali, in forma individuale e societaria,

Non rientrano tra le attività finanziabili le iniziative agricole e il commercio.

Resto al Sud 2021, le spese ammesse e quelle escluse

Non tutti gli investimenti, tuttavia, possono essere coperti dal finanziamento di Resto al Sud 2021.

Secondo il Decreto Legge n. 91 del 20/06/2017 possono essere finanziate le spese:

  • di ristrutturazione o manutenzione straordinaria di beni immobili (massimo 30% del programma di spesa);
  • di acquisto di nuovi macchinari, di nuovi impianti e di nuove attrezzature;
  • di acquisto/ abbonamento a programmi informatici e servizi per le tecnologie, l’informazione e la telecomunicazione;
  • di gestione, quali spese per acquisto materie prime, di materiali di consumo, spese per le utenze, per i canoni di locazione, per i canoni di leasing, per le garanzie assicurative (massimo 20% del programma di spesa).

Viceversa, sono escluse dal finanziamento:

  • le spese di progettazione;
  • le spese promozionali;
  • le spese per le consulenze;
  • le spese per la retribuzione del personale dipendente.

A riguardo si ricorda che, ad oggi, a seguito della modifica introdotta dal Decreto Rilancio, le agevolazioni coprono il 100% delle spese ammissibili e sono così frazionate:

  • 50% di contributo a fondo perduto
  • 50% di finanziamento bancario garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI.

Gli interessi, peraltro, sono interamente a carico di Invitalia