Salta, grazie a un accordo siglato oggi a Palazzo Chigi tra il governo e l’Anci, l’obbligo di non superare la spesa sostenuta nel 2009, un vincolo che aveva bloccato finora anche i Comuni virtuosi, che disponevano di risorse proprie per le assunzioni ma erano frenati dalle complesse procedure burocratiche. E per i Comuni piccoli (al di sotto dei 5 mila abitanti) che non hanno risorse proprie il governo mette a disposizione a partire dal 2022 un fondo di 30 milioni, e uno di 67 milioni per le assunzioni nel Mezzogiorno.
L’Anci calcola che contando solo sulle proprie disponibilità immediate (i fondi spendibili ammontano a circa 600 milioni di euro) sono già possibili circa 15 mila assunzioni, a cui poi si aggiungeranno quelle sostenute dai fondi messi a disposizione dal governo.
Non bastano sicuramente a colmare tutti i vuoti della pianta organica: tra blocco delle assunzioni e dissesti finanziari si sono persi negli ultimi 10 anni circa 120 mila dipendenti nei Comuni, una carenza che adesso diventa drammatica, in vista della gestione dei progetti del Pnrr.
L’accordo siglato oggi a Palazzo Chigi, spiega il viceministro all’Economia Laura Castelli, si concretizzerà in un emendamento che verrà presentato al decreto legge 152 (norme di attuazione del Pnrr), che si trova attualmente all’esame della Camera per la procedura di conversione in legge.
Un intervento che, aggiunge Laura Castelli, “concilia la necessità di ricorrere a nuove assunzioni, per l’attuazione del Pnrr, con quella di mantenere in equilibrio i bilanci degli enti locali, senza cioè mettere a rischio l’azione di risamento dei conti avviata negli ultimi anni”.