I protocolli siglati dal Governo con Liguria, Piemonte, Friuli-Venezia-Giulia, Umbria, Basilicata e Puglia permettono di finanziare i progetti bandiera delle Regioni con le economie del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Idrogeno e salute i temi al centro dei primi progetti.
Si tratta di un primo blocco di progetti, cui ne seguiranno altri con le altre Regioni interessate.
In attuazione del decreto PNRR n. 152-2021, il Dipartimento per gli Affari Regionali (DARA) ha chiesto a ciascuna Regione e Provincia autonoma di individuare un progetto di particolare rilevanza strategica per il proprio territorio.
Questi 21 progetti – che in tutto tarano circa 9 miliardi – saranno realizzati da ciascuna amministrazione sulla base di accordi trilaterali che gli enti stipuleranno con il Dipartimento e con il Ministero competente in base all’intervento PNRR collegato.
Le 5 Regioni, infatti, hanno manifestato la volontà di eleggere a progetto bandiera la realizzazione di siti di produzione di idrogeno verde in aree industriali dismesse, le cosiddette Hydrogen Valleys, da finanziare nell’ambito del Missione 2 del PNRR.
Il progetto bandiera Hydrogen Valleys prevede tra l’altro interventi aggiuntivi relativi ad attività di ricerca e sviluppo nel settore dell’idrogeno o per altre attività collaterali coerenti con le linee guida del PNRR, attività in via di definizione con le Regioni interessate e il Ministero della Transizione Ecologica attraverso appositi tavoli coordinati dal DARA.
Il progetto pugliese punta sulla zona di Taranto (Ilva).
Per questi interventi si prevede un finanziamento integrativo di 50 milioni da ripartire tra le 5 Regioni.
Il protocollo d’intesa, oltre a impegnare le parti ad individuare stabili modalità di interlocuzione e a rimuovere tutti gli ostacoli che potranno sorgere in ogni fase di esecuzione dei progetti, prevede anche una collaborazione per individuare 5 progetti di ricerca collaterali.
Salute è invece il tema scelto dalla Regione Liguria, il progetto bandiera prevede la nascita del primo Centro di Medicina Computazionale e Tecnologica nel territorio genovese degli Erzelli.
Il progetto è finalizzato al trasferimento dei risultati della ricerca generati dall’impiego del calcolo computazionale ai modelli biologici e ai programmi di gestione delle tecnologie robotiche d’impiego biomedico.
Il Centro di Medicina Computazionale e Tecnologica darà luogo ad un hub di infrastrutture scientifiche, tecnologiche e cliniche con l’obiettivo di sviluppare algoritmi espressione di modelli biologici di patologie nelle aree dell’inflammasoma, della genomica delle malattie rare e delle neuroscienze. Inoltre, nell’ambito biomedico sarà promossa la creazione di processi di innovazione in combinazione con i soggetti industriali del settore in apposite aree-officine di sperimentazione e testing.
Nello specifico, il Centro di Medicina Computazionale e Tecnologica si propone come centro di integrazione della struttura clinica, destinata ad assicurare la risposta ospedaliera, con le seguenti realtà: un’area di ricerca traslazionale, un centro di ricerca tecnologica e di scienze computazionali e un’area officina di sperimentazione di prototipi e sviluppo di modelli computazionali e tecnologici.