Tra i progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza ce n’è anche uno dedicato allo sviluppo dell’agro-voltaico, che vale 1,1 miliardi. L’obiettivo finale del progetto di investimento è realizzare dei sistemi ibridi per la produzione agricola e di energia che, senza compromettere l’utilizzo dei terreni dedicati all’agricoltura, contribuiscano alla sostenibilità ambientale ed economica delle aziende coinvolte.
L’ulteriore sviluppo del FV può rappresentare un elemento di crescita, sia economica che ambientale, molto importante per il settore agricolo, per l’industria, per i territori e le comunità locali, laddove opportunamente inserito in progetti economici, agro-energetici e di sviluppo più ampi, specifici per i diversi contesti rurali.
Tuttavia, finora in Italia l’agrovoltaico non è decollato, a causa di diversi ostacoli, inclusi quelli normativi che hanno impedito al fotovoltaico in agricoltura di accedere agli incentivi.
Dal 2012 in Italia vige un rigido divieto di incentivazione delle installazioni a terra, introdotto per via dello sfruttamento eccessivo dei terreni agricoli nella fase di sviluppo del fotovoltaico.
Divieto introdotto dal decreto-legge n. 1/2012, convertito con modificazioni, in Legge n. 27/2012, che all’articolo 65 ha sancito – per gli impianti solari fotovoltaici con moduli collocati a terra in aree agricole – il divieto di fruizione degli incentivi statali riconosciuti alle fonti energetiche rinnovabili.
Sussistevano solo limitate eccezioni al divieto:
- per gli impianti realizzati o da realizzare su terreni nella disponibilità del demanio militare;
- per gli impianti fotovoltaici insediati su aree agricole con titolo abilitativo entro il 25 marzo 2012 (data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge n. 1/2012) entrati in esercizio entro 180 giorni.
Il divieto, di fatto, aveva l’obiettivo finale di preservare l’ambiente e l’ecosostenibilità dei terreni agricoli.
Il decreto Semplificazioni 2020 aveva in parte ristretto il raggio d’azione del divieto, prevedendo un’eccezione per gli impianti solari fotovoltaici da realizzare su aree dichiarate siti di interesse nazionale e sulle discariche.
Nel frattempo, però, la diminuzione dei prezzi degli impianti e i continui miglioramenti di tecnologia ed efficienza hanno permesso prime realizzazioni di agrovoltaico, soprattutto di tipo sperimentale, che prevedono strutture di sostegno dei pannelli che consentono lo svolgimento delle attività agricole sottostanti con un’occupazione di suolo pari al solo 2% della superficie disponibile, contro il 40% degli impianti tradizionali.
Per questo il dl Semplificazioni 2021 ha fatto uno scatto in avanti rispetto alla norma 2020, introducendo una eccezione al divieto di accesso agli incentivi statali per gli impianti solari fotovoltaici con moduli collocati a terra in aree agricole.
Gli incentivi sono quindi aperti agli impianti agrovoltaici che adottino soluzioni integrative con montaggio verticale dei moduli.