I fondi andranno non solo alla messa in sicurezza e/o costruzione di nuovi ponti, ma anche ad attività come il censimento, la classificazione del rischio o la progettazione. Il decreto contiene il riparto tra gli enti, ma il trasferimento avverrà in base ad un programma di interventi da presentare al MiMS.
Sulla Gazzetta ufficiale (GURI) n. 169 del 16 luglio 2021 è stato pubblicato il decreto del ministero delle infrastrutture (MiMS) del 7 maggio 2021 che prevede la ripartizione dei fondi previsti dall’articolo 49 del decreto Agosto ed integrati dalla legge di bilancio 2021.
Parliamo in tutto di 1,15 miliardi di euro nel triennio 2021-2023 con cui Province e Città Metropolitane potranno realizzare interventi di messa in sicurezza dei ponti e dei viadotti presenti sulla rete viaria di loro competenza.
Grazie a questa nuova tranche di fondi, rende noto il ministero, dal 2018 ad oggi i fondi stanziati per la sicurezza di ponti e viadotti ha raggiunto quota 6,9 miliardi di euro.
Il decreto contiene la ripartizione delle risorse tra gli enti destinatari, che è stata stabilita in base a tre criteri:
- La consistenza della rete viaria;
- Il parco circolante dei mezzi;
- La vulnerabilità rispetto ai fenomeni sismici e al dissesto idrogeologico;
a ciascuno dei quali il ministero ha attribuito diversi gradi di ponderazione.
Il risultato è stato il riparto previsto dall’allegato 3 del decreto, che tiene conto anche delle risorse assegnate a ciascuno degli anni coperti dalla misura:
- 350 milioni di euro per il 2021;
- 450 milioni per il 2022;
- 350 milioni per l’anno 2023.
Diverse le attività che potranno essere realizzate con le risorse. Oltre infatti agli interventi “core” e cioè la messa in sicurezza dei ponti e viadotti esistenti e la realizzazione di nuovi ponti in sostituzione di quelli esistenti con problemi strutturali di sicurezza, il decreto permette anche tutta una serie di attività a corollario come:
- Il censimento, la classificazione del rischio e la verifica della sicurezza;
- La progettazione, la direzione lavori, il collaudo e i controlli in corso di esecuzione e finali.
Ma anche altre spese tecniche necessarie per la realizzazione come: rilievi, accertamenti, indagini, allacci, accertamenti di laboratorio etc.). Nonché l’eventuale monitoraggio strutturale, comprese le spese per l’effettuazione di rilievi, di studi e rilevazioni di traffico, del livello di incidentalità, dell’esposizione al rischio.
Nonostante il decreto contenga già il riparto tra Province e Città, il ministero ha stabilito però che il trasferimento delle risorse sarà effettuato sulla base del Programma triennale 2021 – 2023 che gli enti dovranno presentare al MiMS e che dovrà contenere un elenco dettagliato degli interventi da realizzare.
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