“Sport e inclusione sociale”: in arrivo bandi del PNRR, pari a 700 milioni di euro, per l’impiantistica sportiva

Attraverso il PNRR lo Stato intende favorire la socializzazione e l’inclusione, valori fondanti dello sport.

L’obiettivo è quello di creare presupporti durevoli per la diffusione e la promozione della cultura e della rigenerazione territoriale coniugate al potenziamento del ruolo dello sport. Attraverso il miglioramento di strutture sportive e parchi cittadini e il recupero delle aree urbane, si vuole agevolare le comunità più indigenti, garantire il diritto allo sport alle fasce deboli e favorire l’integrazione sociale, specialmente nelle aree svantaggiate e zone più degradate, sia urbane che rurali.

In tal modo si vuole inoltre rafforzare la capacità di resilienza economica e sociale e di mitigazione dell’impatto della crisi indotta dal perdurare della pandemia da Covid-19.

Il programma ‘Sport e inclusione sociale’ del Pnrr si baserà su tre cluster di intervento:

  1. Il primo e più rilevante prevede la realizzazione di più impianti sportivi, cui sono destinate almeno il 50% delle risorse stanziate dalla Commissione, per un totale quindi di almeno 350 milioni di euro.
  2. Il secondo cluster include invece la rigenerazione di impianti esistenti, cui sono assegnati 188 milioni di euro.
  3. Il terzo riguarda, infine, la creazione o la rigenerazione di impianti esistenti delle Federazioni Sportive”, ha spiegato la Vezzali nel corso della sua audizione.

I primi due interventi saranno destinati ai Comuni capoluoghi di provincia e di Regione, con popolazione residente superiore ai 20.000 abitanti e ai Comuni con una popolazione residente superiore ai 50.000 abitanti.

Per il terzo cluster le risorse, pari a 162 milioni di euro, verranno destinate agli interventi proposti dai Comuni che dimostreranno la sussistenza di un particolare interesse da parte di una o più Federazioni Sportive.

Nell’utilizzare i fondi del Pnrr destinati allo sport l’Italia è stata sottoposta a dei vincoli, come la realizzazione di almeno 100 nuovi impianti entro il 2026.

L’Unione europea impone il vincolo del 50% per nuovi impianti e il 40% al Sud.

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