Afferma Draghi: “Oggi posso dirvi che abbiamo raggiunto tutti e 51 gli obiettivi. In questo momento, è in discussione alla Commissione europea la firma di quello che si chiama accordo operativo, che apre il periodo di interlocuzione prima di accordare la tranche dei prestiti previsti…Questo è solo l’inizio di un lungo processo. C’è bisogno di un impegno quotidiano fino al 2026. Aver conseguito i 51 obiettivi previsti dal Piano è importante ma non è il momento di adagiarsi per l’obiettivo raggiunto…”.
In tutto il Recovery Plan italiano conta 419 obiettivi che devono essere raggiunti entro scadenze prestabilite, di cui: 214 target (relativi sia a riforme sia a investimenti), come per esempio assumere un certo numero di persone; 205 milestone (anche in questo caso relative sia a riforme sia a investimenti) come l’approvazione di leggi, semplificazioni normative e riorganizzazioni.
Volendo semplificare al massimo si può dire che i milestone sono i “papà” dei target, dato che gettano le pre-condizioni per raggiungere gli obiettivi più concreti, i target appunto.
Benché si tratti di una distinzione importante per sentire il polso del Recovery e capire davvero a che punto siamo, Palazzo Chigi difficilmente utilizza tali termini, probabilmente anche per semplificare la comunicazione.
Nel 2022 gli obiettivi da centrare raddoppiano (102), di cui poco meno di 50 nei primi sei mesi dell’anno.
Il premier Draghi, in realtà, parla di obiettivi senza precisare a quali dei due (milestone o target) si riferisca. E scoprirlo non è semplice.
I dati ufficiali sull’andamento del Pnrr sono contenuti in un documento relativo allo stato di attuazione delle misure previste dal PNRR nel 2021. Al 22 settembre l’Italia era a quota 13 obiettivi conseguiti. Di conseguenza, si è arrivati a centrare i 51 obiettivi nell’ultima parte dell’anno.
In futuro la relazione sull’andamento del Recovery dovrebbe andare incontro a maggiore trasparenza: il Parlamento, infatti, dovrà ricevere un aggiornamento semestrale sullo stato di attuazione del Piano.
Nel frattempo la Commissione europea ha validato i 51 obiettivi italiani firmando gli Operational Arrangements relativi al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dell’Italia.
Gli Operational Arrangements sono atti formali con i quali sono stabiliti i meccanismi di verifica periodica relativi al conseguimento di milestone e target necessari per il riconoscimento delle rate di rimborso semestrali delle risorse PNRR in favore dell’Italia.
I contenuti degli OA sono stati condivisi a livello tecnico con le strutture PNRR dei singoli Ministeri interessati e sono stati oggetto di negoziato con la Commissione europea.
Si tratta del primo passaggio necessario per presentare la prima domanda di pagamento alla Commissione europea entro fine dicembre chiedendo così di accedere alla prima tranche di fondi europei.
Poi Bruxelles avrà due mesi di tempo per adottare il Preliminary Assessment (la valutazione preliminare), che sarà trasmesso al Comitato economico e finanziario.
Quest’ultimo, a sua volta, dovrà adottare la sua opinione entro un mese.
A quel punto sarà convocata una riunione del comitato di esperti per approvare la decisione definitiva che sbloccherà il primo pagamento.