Il tabellone virtuale, presentato dalla Commissione europea il 15 dicembre, permette di monitorare sia i progressi dei singoli PNRR che lo stato dell’arte complessivo del Dispositivo per la ripresa e la resilienza, cioè lo strumento di Next Generation EU che finanzia i Recovery Plan dei 27.
Una piattaforma online volta ad aumentare la trasparenza nei confronti dei cittadini, ma anche utile per la preparazione delle relazioni annuali della Commissione sull’attuazione del Recovery and Resilience Facility, della relazione di riesame al Parlamento europeo e al Consiglio e per il confronto in materia tra PE e Commissione.
Le informazioni contenute nella piattaforma si distinguono in due categorie: da una parte, ci sono quelle su traguardi e obiettivi dei PNRR, raccolte e valutate da Bruxelles nel corso della sua attività di monitoraggio, insieme ai dati sugli esborsi, sulle spese in ciascuno dei sei settori di intervento del RRF e sulla spesa in ambito sociale; dall’altra, ci sono i dati trasmessi dai Paesi UE sui 14 indicatori comuni in materia di comunicazione definiti nell’atto delegato sul Dispositivo per la ripresa e la resilienza del 2 dicembre 2021, sui i 27 devono riferire due volte l’anno – entro il 28 febbraio e il 31 agosto – per consentire il monitoraggio dei progressi compiuti nell’attuazione dei Recovery Plan e dei risultati complessivi ottenuti.
Attualmente il tabellone comprende i dati sui 22 Piani nazionali di ripresa e resilienza finora approvati dalla Commissione e dal Consiglio, ma le informazioni saranno integrate man mano che verranno approvati altri Piani.
Il confronto tra i singoli Piani permette di misurare la diversa entità delle risorse a disposizione di ciascun Paese e la differente modulazione degli impegni assunti, fermo restando il vincolo di destinare almeno il 37% dei fondi europei alla transizione ecologica e almeno il 20% del budget alla transizione digitale.
L’Italia è di gran lunga il maggior beneficiario del Recovery in termini assoluti, con 191,5 miliardi tra prestiti e sovvenzioni, mentre la Grecia è il paese in cui è maggiore l’incidenza del Piano rispetto al PIL (16,63%).
Se si guarda invece agli impegni finanziari per le transizioni gemelle, l’Italia si colloca leggermente al di sotto della media europea: a fronte del 40% per la quota green e del 26% per il digitale stimati da Bruxelles per i PNRR nel loro insieme, l’Italia si ferma al 37,5% per la transizione verde e al 25,1% per quella digitale.
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