Via libera della Camera alla riforma degli Istituti Tecnici Superiori (ITS)

Nati nel 2010 come strategia di sintesi delle politiche d’istruzione, formazione e lavoro con quelle industriali, gli Istituti Tecnici Superiori (ITS) sono scuole di alta tecnologia, strettamente legate al sistema produttivo, per la preparazione di quadri intermedi specializzati necessari alle aziende per sfruttare il potenziale delle soluzioni di Impresa 4.0.

Nonostante il modello ITS sia vincente e registri dei dati positivi, nel complesso questo tipo di formazione post diploma sembra essere ancora poco attraente per i giovani. Per superare il mismatch fra domanda ed offerta di lavoro, il Recovery Plan riserva a questo scopo un finanziamento di 1,5 miliardi di euro dal 2022 al 2026.

In particolare, la prima componente della Missione 4 relativa al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), vede come obiettivo finale dell’investimento il conseguimento di un aumento degli attuali iscritti a percorsi ITS – 18.750 frequentanti e 5.250 diplomati all’anno – almeno del 100%.

È per raggiugere questa meta che nasce il provvedimento di riforma degli Istituti Tecnici Superiori. Un documento sul quale la commissione cultura alla Camera aveva già lavorato portando a testo unificato le sei proposte di legge di iniziativa parlamentare (544-2387-2692-2868-2946-3014) che, in relazione alle finalità del PNRR, raccoglievano le disposizioni per la riorganizzazione del sistema dell’Istruzione Tecnica Superiore, di cui sono parte integrante gli ITS, ora ridenominati Accademie per l’Istruzione tecnica superiore o ITS Academy.

L’idea alla base del documento è quella di costituire un canale di formazione biennale post diploma, parallelo a quello universitario, che dovrebbe lavorare in sinergia con le imprese per sopperire alla mancanza di tecnici specializzati. La riforma intende ampliare il raggio di azione degli istituti, estendendolo alla formazione e all’aggiornamento in servizio, anche dei docenti di scuola, e alle nuove politiche attive per il lavoro.

La mission degli ITS sarà quella di sostenere:

  1. la diffusione della cultura scientifica e tecnologica, con l’orientamento permanente dei giovani verso le professioni tecniche;
  2. l’aggiornamento e la formazione in servizio dei docenti di discipline scientifiche e tecnologiche e tecnico professionali della scuola e della formazione professionale;
  3. l’implementazione delle politiche attive del lavoro, soprattutto in relazione alla transizione dei giovani nel mondo del lavoro, anche attraverso la promozione di raccordi organici con gli enti che si occupano della formazione continua dei lavoratori;
  4. il trasferimento tecnologico, soprattutto alle piccole e medie imprese.

Il testo della riforma riporta a livello legislativo una disciplina in gran parte attualmente definita dal DPCM 25 gennaio 2008, relativo alle “Linee guida per la riorganizzazione del sistema IFTS e la costituzione degli ITS”, con alcuni riferimenti anche a fonti normative primarie, introducendo alcune modifiche e novità.

Nel primo quinquennio di applicazione della legge, lo stesso interessato dagli effetti del Recovery Plan, costituirà una priorità strategica degli ITS Academy la formazione professionalizzante di tecnici superiori per soddisfare i fabbisogni formativi collegati alla realizzazione di piani di intervento previsti dal PNRR, con particolare riferimento a:

  1. transizione digitale, anche ai fini dell’espansione dei servizi digitali negli ambiti dell’identità (ad es., SPID, CIE), dell’autenticazione (ad es., per le sottoscrizioni elettorali), della sanità e della giustizia;
  2. innovazione, competitività e cultura;
  3. rivoluzione verde e transizione ecologica;
  4. infrastrutture per una mobilità sostenibile.

Tra i principali interventi che modificano la disciplina vigente per gli ITS c’è anche l’introduzione di un sistema di accreditamento iniziale e periodico degli ITS Academy, quale condizione per l’accesso al finanziamento pubblico e per l’abilitazione al rilascio dei diplomi.

L’accreditamento – per ottenere il quale sono indicati gli standard e i requisiti minimi da rispettare – avrà una durata quinquennale. Se, per tre anni consecutivi una fondazione riceve, nell’ambito del sistema di monitoraggio e valutazione, un giudizio negativo riferito ad almeno il 50% dei corsi valutati in ciascuno degli anni del triennio precedente, l’accreditamento sarà revocato.

Particolare attenzione, inoltre, alla previsione di definizione di nuove aree tecnologiche alle quali faranno riferimento gli ITS Academy. Queste saranno individuate con decreto, di natura non regolamentare, del ministro dell’Istruzione, di concerto con il ministro dello Sviluppo Economico, il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, il ministro dell’Economia e delle Finanze, da emanare – entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della legge – sentita la Conferenza Stato-Regioni.

L’aggiornamento delle aree tecnologiche verrà condotto in base alle indicazioni strategiche dei finanziamenti nazionali ed europei che prevedono la destinazione di apposite quote alla formazione professionalizzante e alla creazione di competenze per le aree legate alla sostenibilità ambientale e alla digitalizzazione.

Particolare attenzione verrà data quindi a quelle riguardanti: 

  1. la transizione ecologica, compresi i trasporti, la mobilità e la logistica;
  2. la transizione digitale;
  3. le nuove tecnologie per il made in Italy, compreso l’alto artigianato artistico;
  4. le nuove tecnologie della vita;
  5. i servizi alle imprese e al no profit;
  6. le tecnologie per i beni e le attività artistiche e culturali e per il turismo;
  7. le tecnologie dell’informazione, della comunicazione e dei dati;
  8. l’edilizia.

Gli ITS Academy potranno fare riferimento anche a più di un’area tecnologica tra quelle individuate con il decreto interministeriale, d’intesa con le regioni, a condizione che nelle stesse aree non operino altri Istituti situati nella medesima regione.

I percorsi formativi degli ITS Academy saranno strutturati in due livelli:

  1. percorsi di quinto livello EQF, con durata di 4 semestri e almeno 1.800/2.000 ore di formazione, corrispondenti al quinto livello del Quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente;
  2. percorsi di sesto livello EQF, con durata di 6 semestri e almeno 3.000 ore di formazione, corrispondenti al sesto livello del Quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente.

A conclusione dei percorsi, si consegue, previa verifica e valutazione finale, rispettivamente il diploma di tecnico superiore di primo e di secondo livello. Queste certificazioni costituiranno il titolo per la partecipazione ai concorsi pubblici.

È  prevista l’istituzione nello stato di previsione del ministero dell’Istruzione di un nuovo Fondo per l’istruzione e la formazione tecnica superiore che avrebbe una dotazione di 68 milioni per il 2021 e di 48 milioni annui dal 2022.

Il nuovo Fondo finanzierebbe prioritariamente:

  1. la realizzazione degli ITS Academy, al fine di incrementarne significativamente l’offerta formativa sul territorio nazionale, nonché gli interventi per dotare gli stessi di nuove sedi, laboratori e infrastrutture tecnologicamente avanzati, comprese quelle per la formazione a distanza;
  2. le misure per il riequilibrio territoriale dell’offerta formativa degli ITS Academy, soprattutto nel Mezzogiorno e nelle aree in ritardo di sviluppo, soprattutto attraverso la costituzione di campus multiregionali e multisettoriali, anche residenziali e la previsione di borse di studio per gli studenti capaci e meritevoli;
  3. le misure nazionali di sistema per l’orientamento dei giovani e delle famiglie;
  4. l’anagrafe degli studenti, la banca dati nazionale e il sistema di monitoraggio e valutazione del sistema IFTS;
  5. l’incremento delle iscrizioni dei giovani ai percorsi di I e II livello degli ITS Academy, anche nell’ambito dei patti federativi con le università.

Con un decreto del ministro dell’Istruzione, previa intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni, da emanare entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della legge, verranno definiti i criteri e modalità per la ripartizione delle risorse del nuovo Fondo.