Bonus Sud e beni 4.0 cumulabili: credito d’imposta fino al 95%

La legge di Bilancio per il 2021 (legge 178/2020) prevede un mix di agevolazioni molto interessante. Con un incrocio, infatti, il contestuale rinnovo del bonus per gli investimenti nel Mezzogiorno (articolo 1, commi 171 e 172) e del credito d’imposta per gli investimenti (articolo 1, commi 1054-1058) trasforma gli investimenti operati nel 2021 nel Mezzogiorno in una opportunità da sfruttare.
Da un lato, infatti, la proroga per il biennio 2021-2022 dell’incentivo previsto dall’articolo 1, commi da 98 a 108, della legge 208/2015 (bonus per il Mezzogiorno), consente il riconoscimento di un credito d’imposta proporzionale ai nuovi investimenti in beni strumentali da realizzarsi nelle regioni SardegnaSiciliaCalabria, BasilicataCampania, PugliaMolise e Abruzzo.

Il bonus è attribuito nella misura pari al 45% nel caso di piccole imprese, del 35% per le medie e del 25% per quelle di grandi dimensioni. Per il Molise e l’Abruzzo, invece, le percentuali di aiuto sono ridotte rispettivamente al 30%, al 20% e al 10 per cento.
Gli investimenti oggetto di agevolazione possono consistere in macchinari, impianti e attrezzature, nuovi di fabbrica, da destinarsi a strutture produttive già esistenti o da impiantare nei territori agevolabili.
È possibile anche il ricorso alla locazione finanziaria. In questo caso, il contratto deve contemplare l’opzione di acquisto finale del bene a favore dell’utilizzatore.

Dall’altro, invece, è disposta la proroga per il 2021 dei bonus introdotti dalla legge 232/2016 e ripresi nella legge di Bilancio per il 2020 (articolo 1, comma 192, della legge 160/2019). In questo caso, per gli investimenti fino a 2 milioni di euro in beni materiali che non rientrano nell’allegato A alla norma (beni non funzionali alla logica sottesa da Industria 4.0), è possibile fruire di una percentuale di credito del 10 per cento.

Di contro, per i beni materiali che rientrano nell’allegato A, la percentuale di credito sale fino al 50% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro, al 30% per quelli compresi tra 2,5 e 10 milioni di euro e al 10% per quelli tra 10 e 20 milioni di euro.
L’agevolazione è confermata anche nel 2022, con percentuali che, nel primo caso, scendono al 6% e, nel secondo, rispettivamente al 40%, al 20% e al 10 per cento.

Le due norme forniscono un mix irrinunciabile di agevolazioni, atteso che il FISCO, nella risposta ad INTERPELLO 360/2020 ha chiarito che i due bonus sono perfettamente cumulabili tra loro, purché ciò avvenga entro il limite massimo del costo sopportato.

Pronunciandosi a favore del cumulo, l’agenzia delle Entrate ha solo escluso l’eventualità in cui il cumulo dei due benefici porti a godere di un incentivo netto che sia superiore al costo sopportato dall’impresa per acquisire il bene strumentale.
A conti fatti, quindi, un investimento nel Mezzogiorno operato nel 2021 può portare in dote un bonus fino al 95% del costo di acquisto.