Dopo il via libera della plenaria del Parlamento all’accordo con il Consiglio sul nuovo Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG), che cofinanzia politiche attive per il mercato del lavoro a favore di persone, settori, territori o mercati danneggiati dai cambiamenti strutturali nei modelli di commercio mondiale, il testo è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Europea.
In base all’intesa raggiunta a dicembre tra Stati membri e Parlamento UE nel settennato 2021-27 il Fondo di adeguamento alla globalizzazione continuerà a finanziare queste misure, con risorse fino a 186 milioni di euro l’anno. Più dei 150 milioni annui previsti nell’ambito del bilancio UE 2014-2020, ma meno dei 200 milioni proposti dalla Commissione europea.
Obiettivo della proposta della Commissione sul Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione è aiutare i lavoratori espulsi dal mercato del lavoro ad adattarsi ai mutamenti strutturali, offrendo assistenza in caso di importanti e inattesi eventi di ristrutturazione, in particolare quelli provocati da trasformazioni dei flussi commerciali mondiali, controversie commerciali, crisi economiche o finanziarie, il passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio, oppure quelli dovuti alla digitalizzazione o all’automazione.
Nel negoziato con il Consiglio, il Parlamento europeo ha ottenuto la riduzione della soglia per poter accedere ai finanziamenti, che viene abbassata dai 500 licenziamenti attuali e dai 250 licenziamenti previsti dalla Commissione a 200 licenziamenti.
Si amplia il campo di applicazione del Fondo: i contributi sono riconosciuti anche a fronte di licenziamenti dovuti a nuovi motivi, non direttamente riconducibili alla globalizzazione, come i cambiamenti nella composizione del mercato interno, l’automazione e la digitalizzazione, la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio e, naturalmente, anche le conseguenze della pandemia da Covid-19.
Il sostegno finanziario del FEG ai lavoratori potrà essere concesso nell’ambito di pacchetti che comprendano altre misure, quali l’accesso ad attività di formazione e riqualificazione professionale, l’assistenza per la ricerca di un nuovo impiego o aiuti, fino a 22mila euro per beneficiario, per l’avvio di un lavoro autonomo o di un’attività in proprio. Previste anche misure speciali, come un assegno per la custodia dei bambini a favore dei genitori che prendono parte a corsi di formazione o cercano un lavoro.
Il regolamento del FEG prevede che il sostegno dei fondi europei ai beneficiari finali vada ad integrare le misure previste dagli Stati membri a livello nazionale, regionale e locale, comprese quelle cofinanziate dal bilancio dell’Unione, come ad esempio gli interventi attivati con risorse del Fondo sociale europeo Plus (FSE+).
Il tasso di cofinanziamento UE può quindi essere allineato a quello più elevato previsto, nello Stato membro di riferimento, per il FSE+, in pratica a quello applicato nelle regioni meno sviluppate. Il livello minimo di copertura UE per il FEG, in ogni caso, viene fissato dall’accordo al 60% della spesa.