2 miliardi per l’idrogeno in settori hard-to-abate per favorire l’utilizzo dell’idrogeno nei settori industriali più inquinanti e abbandonare le risorse non rinnovabili (PNRR)

Al via le agevolazioni del Piano nazionale di riprese e resilienza per la produzione di idrogeno nelle aziende energivore. I fondi stanziati per la misura ammontano a 2 miliardi di euro.

Gli incentivi sono diretti ai settori cosiddetti “hard to abate“, ossia nei quali è più difficile abbattere le emissioni di carbonio, come la siderurgia, il cemento, della carta, o la produzione alimentare.

Le risorse finanziarie sono pari a 2 miliardi di euro e sono dirette alla realizzazione di progetti e interventi finalizzati alla sostituzione del metano e dei combustibili fossili con l’idrogeno verde nei processi produttivi considerati altamente energivori.

Era uno dei passaggi più attesi dalla ‘hydrogen community’ nazionale per dare concreta applicazione a quanto previsto dal PNRR in tema di H2: si tratta del decreto del Ministero della Transizione Ecologica – nel frattempo rinominato Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica – del 21 ottobre 2022, denominato “Attuazione dell’Investimento 3.1 «Produzione in aree industriali dismesse» e dell’Investimento 3.2 «Utilizzo dell’idrogeno in settori hard-to-abate», della Missione 2, Componente 2 del PNRR”, che è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 2 dicembre 2022.

Il provvedimento mobilita, ponendo le basi per la distribuzione delle risorse, ben 2,5 miliardi, su circa 3,5 miliardi di euro stanziati complessivamente nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza a favore dell’idrogeno.

Il decreto, oltre a stabilire “le modalità e i criteri generali per la concessione delle agevolazioni previste” nell’ambito dei due investimenti del PNRR, disciplina anche “le modalità per il riconoscimento dell’idrogeno verde e dell’idrogeno rinnovabile”, rimandando per il contenuto di queste definizioni a quanto stabilito dall’art. 3, comma 1, del decreto del Ministro della Transizione Ecologica 21 settembre 2022.

Per quanto riguarda l’Investimento 3.1 (produzione di idrogeno in aree industriali dismesse), 450 dei 500 milioni di euro stanziati saranno destinati “per la realizzazione di progetti di produzione di idrogeno in aree industriali dismesse” (sulla base di una ripartizione regionale delineata nella tabella contenuta nell’Allegato 1 del decreto), mentre gli altri 50 milioni serviranno per “la realizzazione dei ‘progetti bandiera’ oggetto del protocollo di intesa tra il Ministro per gli affari regionali e le autonomie e il Ministro della Transizione Ecologica del 13 aprile 2022”.

Gli impianti di produzione di idrogeno che verranno realizzati nelle aree industriali dismesse, tra le altre cose, dovranno avere “una dimensione compresa tra 1 MWe e 10 MWe”.

Per quanto riguarda invece l’Investimento 3.2 (utilizzo dell’idrogeno in settori hard-to-abate), il decreto stabilisce che 1 miliardo di euro è destinato “alla realizzazione di progetti e interventi finalizzati alla sostituzione di almeno il 10% del metano e dei combustibili fossili utilizzati nei processi produttivi dei settori di cui all’art. 9, comma 2, con idrogeno verde e/o rinnovabile, anche  autoprodotto, di cui almeno 400 milioni destinati alla realizzazione di progetti e interventi finalizzati alla sostituzione di più del 90% del metano e dei  combustibili  fossili nei predetti processi produttivi”.

Un altro miliardo servirà invece a finanziare “la realizzazione di progetti finalizzati alla produzione di ferro preridotto mediante processo direct reduced iron (DRI) alimentati da idrogeno verde e/o rinnovabile, anche autoprodotto, per una quota pari ad almeno il 10% in volume della miscela di combustibile utilizzata”.

In entrambi i casi, per la definizione delle modalità di accesso alle risorse, saranno necessari ulteriori decreti ministeriali dedicati.

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